“È arrivato il momento di mettere le zone rurali del Paese al riparo dal rischio di un irrimediabile abbandono. Parliamo di quasi la metà dei Comuni italiani, il 48%, che non devono rimanere fuori da quella riorganizzazione, in primis infrastrutturale e dei servizi essenziali, tanto invocata con il Pnrr. Il perno è l’agricoltura, motore di progresso e sostenibilità per comunità e territori, per 13 milioni di persone”.
Questo l’appello di CIA al Governo in occasione di un incontro avuto dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, insieme al vicepresidente Matteo Bartolini, con il sottosegretario Luigi D’Eramo.
Sul tavolo, come da tempo sostiene Cia, l’apporto strategico del mondo agricolo, la necessità di un Piano nazionale per il settore, come di una legge quadro sulla valorizzazione della dimensione familiare agricola che includa, in primo luogo, il recupero dei terreni incolti, ma soprattutto il riconoscimento economico e sociale delle funzioni ambientali svolte dal comparto.
Sulla scia della elaborazione prodotta da CIA con l’iniziativa “il Paese che vogliamo” il presidente Fini ha ribadito come “ dalle tante aziende collocate lungo l’Appennino giunga, attraverso il valore della nostra agricoltura, la caratterizzazione del paesaggio, il saper fare, quel mix che dà vita al Made in Italy nel suo senso più ampio, un patrimonio umano, economico e culturale che va difeso e valorizzato”.