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Quando il lupo fa più paura delle streghe. Cattaneo: sono troppi e distruggono allevamenti e agricoltura


 Con le streghe il problema a Triora il problema lo hanno risolto da tempo. Oggi rappresentano l’anima dell’economia turistica locale.
Sulla convivenza tra uomo e lupo invece c’è ancora molto da fare. E così il sindaco Mario Di Fazio ha promosso un incontro per capire – attraverso un confronto tra istituzioni pubbliche,  enti di ricerca,  associazioni di categoria e la società civile più ampia -  l’individuazione delle migliori strategie di intervento per capire cosa c’è da fare per una corretta presenza del lupo sul territorio.
“Se qualcuno aveva dei dubbi sulla centralità di questo tema, la sala piena ha confermato invece come la gestione della fauna  selvatica sia essenziale se vogliamo salvare l’agricoltura e l’entroterra – spiega Mariangela Cattaneo, presidente di Cia Imperia, presente all’incontro -. In questi anni abbiamo visto solo uno sterile conteggio dei capi o soluzioni come quelle delle recinzioni che anche nel caso del lupo non portano nessun vantaggio: basta andare a vedere cosa sta succedendo ai nostri allevatori e agricoltori. Occorrono interventi rapidi, risolutivi, capaci di diminuire i numeri come ci hanno spiegato stanno facendo in Francia.  Solo che in provincia di Imperia si parla di 500 lupi su un totale di circa 3300 in tutta Italia. E probabilmente il numero, al quale va aggiunto tutta l’altra fauna selvatica -  è sottostimato”.
L’evento,   promosso dal Comune di Triora all’interno del progetto “I Custodi di Triora” e sostenuto dal bando  borghi PNRR, ha visto la partecipazione del Sen. Gianni Berrino; dell’assessore regionale Marco Scajola, di veterinari liguri e piemontesi.



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