Nell’audizione svoltasi in Regione, Cia Liguria ha ribadito gli interventi necessari in merito alla crisi idrica e all’emergenza del servizio irriguo per le filiere agricole.
“Crediamo indispensabile la realizzazione di un piano irriguo regionale, capace di individuare fonti di approvvigionamento, infrastrutture distributive, soggetti gestori in una logica che deve vedere assegnata pari dignità a tutti gli utilizzi - sottolinea il direttore ligure dell’associazione agricola Ivano Moscamora -. In questa logica si innesta anche la necessità di accompagnare questi processi con una adeguata ricerca e messa in campo di innovazioni sia sul fronte delle tecniche irrigue, che su quello della ricerca genetica e varietale per ottenere piante con una minore necessità di acqua. Interessante il dato fornito sulla quantità di acqua depurata versata in mare dai depuratori liguri: 100 milioni di metri cubi (10 laghi di Osiglia), una risorsa preziosa da mettere in campo per l’irrigazione e il sistema idrico complessivo. Appare evidente che esistono situazioni emergenziali alle quali occorre far fronte con strumenti adeguati, ma la prospettiva deve essere quella di una progettazione complessiva sulle risorse idriche a partire dal loro riutilizzo.”
Nell'audizione erano all’ordine del giorno: la messa in atto con la massima semplificazione possibile delle possibilità previste dal Decreto Siccità, a partire dalla possibilità di esonerare da ogni processo autorizzativo i piccoli invasi o vasche di 50mC/ha, fornendo ai comuni indicazioni volte a operare con procedure simili (movimento terra- vincoli ambientali -paesaggistici ecc.); come viluppare una politica dei piccoli invasi con finalità molteplici, fermo restando la gestione sul fronte dell'alimentazione delle falde; come operare per una gestione coordinata dei Consorzi Irrigui esistenti, fornendo loro supporto e assistenza, attraverso l’ipotesi di una struttura di secondo grado che possa programmare e ottimizzare gli interventi, intercettare risorse finalizzate all’ammodernamento e al potenziamento della rete esistente; come procedere concretamente con lo studio finalizzato al riutilizzo delle acque depurate e alla loro redistribuzione.