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Esoscheletri passivi in olivicoltura, le prove in campo nel servzio di TGR Liguria


 Entra nel vivo il progetto di cooperazione  relativo allo  sviluppo degli esoscheletri passivi nello svolgimento delle principali operazioni colturali dell’olivicoltura ligure.
Ieri dimostrazione del progetto di Cia - Agricoltori Italiani Imperia e Università a Stellanello. "Abbiamo messo alla prova" anche la giornalista di Rai TgR Liguria, Lucia Pescio. Guarda il servizio qui. E le immagini fotografiche qui.
Il progetto si propone di trasferire la tecnologia esoscheletrica dalle applicazioni industriali al settore agricolo svolgendo un approfondito studio del settore di contesto, con una riprogettazione appropriata per le specifiche dell’uso agricolo e i corrispondenti adattamenti. Nello specifico il progetto è basato sull’idea di studiare le attuali tecnologie esoscheletriche passive nell’ottica di realizzare un prototipo specifico per le necessità degli operatori olivicoli partendo dal supporto alle attività di abbacchiatura che presentano elevati regimi di affaticamento muscoloscheletrico dovuto alle posture necessarie allo svolgimento del lavoro.
Nell’olivicoltura  vengono svolte operazioni particolarmente faticose e usuranti quali concimazione, potatura, raccolta, elevazione e trasporto delle cassette. Inoltre, in particolare nelle operazioni di potatura e raccolta delle olive, le gestualità lavorative vengono svolte in posizioni posturali generali e in condizioni di contesto svantaggiose, obbligate dalle condizioni del terreno con sollecitazioni ripetute e eccessive che sovraccaricano le strutture muscolo-scheletriche e articolari. Il potenziamento del lavoro manuale tramite l’implementazione di strumenti esoscheletrici porterebbe benefici concreti nella esecuzione di alcune operazioni (tempi di raccolta, potatura) tramite la riduzione dell’impegno fisico e della stanchezza. Quest’ultima, insieme alla diminuzione della produttività individuale, determina una diminuzione dell’attenzione con conseguente aumento drammatico del rischio di incidenti traumatici acuti sul lavoro che spesso esitano in condizioni di gravi disabilità permanenti (paraplegie, tetraplegie). Inoltre una corretta distribuzione dei carichi di lavoro articolare e muscolare potrebbe ridurre significativamente l’insorgenza di patologie da sollecitazioni microtraumatiche ripetute a carico della colonna vertebrale e degli arti superiori che sono un problema diffusissimo nel settore agricolo e forestale.
Il progetto ha come capofila il CIPAT (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica della Cia di Imperia e come partner l’Università di Genova, l’Azienda Agricola Valle Ostilia di San Bartolomeo al Mare e la Cooperativa Olivicoltori Sestresi.



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