e Federparchi. Ora c'è una linea condivisa per sviluppare imprese eco-sostenibili e difendere la biodiversità dall'invasione dei
“ Tutti concordiamo che l’agroecologia costituisce un modello per le aree protette per combattere la crisi climatica e la perdita di biodiversità – ha sottolineato Roggerone -. Ma per ottenere risultati concreti è importante consolidare il percorso di avvicinamento tra Parchi e agricoltori che c’è stato in questi anni. Appare ormai evidente quanto sia importante avere nei confini attività agricole legate al biologico e con una forte attenzione all’ambiente. Per le nostre aziende c’è bisogno di essere messe nella condizione di creare reddito e posti di lavoro con poca burocrazia. Hanno necessità di poche strutture e infrastrutture per poter sviluppare prodotti che, magari collegati ad un marchio, possono rappresentare un vantaggio promozionale per tutto il territorio. Salvaguardare un Parco significa puntellare un’agricoltura sostenibile rispetto a quelle più impattante: come Cia Agricoltori noi stiamo lavorando da anni perché questo avvenga”.
E a proposito di salvaguardia della biodiversità, agricoltori e Federparchi si ritrovano anche sulla stessa linea rispetto al problema dei danni da fauna selvatica.
“ Dopo il convegno ci siamo ripromessi di coordinarci ulteriormente su questo tema – conclude il presidente di Cia Liguria -. Oltre al danno diretto per gli agricoltori è emerso chiaramente che i cinghiali stanno portando all’impoverimento della biodiversità con un progressivo danno a tutto l’ecosistema. La limitazione dei cinghiali diventa a questo punto fondamentale anche per sviluppare un effettivo progetto di salvaguardia e promozione dei
#Parchi”.