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Pericolo caporalato? In Liguria tiene il sistema virtuoso delle imprese agricole. Sportello Cia per conoscere diritti e regole sul lavoro


  Caporalato in agricoltura in Liguria? La presenza di una larga parte di aziende virtuose nella nostra regione ha permesso che questo fenomeno non si sviluppasse. Ma attenzione. Occorre vigilare, perché ci sono tanti altri fenomeni che possono mettere a rischio le filiere del settore.
E’ quanto emerso dal seminario svoltosi a Genova nell’ambito del progetto Rural Social Act che vede Cia Agricoltori Italiani come capofila.
Supportare l’emersione e l’inclusione attiva attraverso sportelli e unità mobili, l’emersione e la presa in carico integrata delle persone vittime dello sfruttamento lavorativo. Costruire una rete solida di collaborazioni stabili tra gli attori che concorrono ai processi di inclusione lavorativa dei migranti nel settore agricolo. Diffusione di modelli vincenti di agricoltura, capaci di unire sostenibilità economica e legalità. Valorizzare l’imprenditoria illuminata.
Questo e molto altro si prefigge il progetto che è stato presentato da Paola Berbeglia, Coordinatrice tecnica Rural Social ACT.
E se le esperienze positive si stanno sviluppando sul territorio, come hanno testimoniato Marco Malfatto e Milena Zappon della Comunità S. Benedetto al Porto grazie anche a progetti locali come Terra Madre che si coordina con il Rural Social ACT. O come hanno dimostrato Alessandro Ferrante e Sara Bame con la società Il Sicomoro o Giorgia Bocca con l’Azienda Agricola La Tabacca.
E’ anche vero che occorre tenere alta l’attenzione perché, ha ricordato ad esempio Carlo Mariani dell’ Ispettorato del Lavoro di Genova, tanti fenomeni non sono facilmente individuabili.
“ La quota di lavoro informale nella regione interessa principalmente i lavoratori extracomunitari ed è di difficile quantificazione -  ha ricordato Giulio Malavolti di Cia Liguria di Levante nel suo intervento .  Ma comunque si stimano percentuali modeste riferibili soprattutto alla denuncia di un numero inferiore di ore di lavoro denunciate rispetto a quella effettive. Cosa facciamo? Esistono “Sportello CIA” aperti 2 giorni a settimana che spiegano diritti e regole a tutti coloro che vi si rivolgono. Sviluppiamo contatti ed incontri con le aziende agricole del territorio disponibili all’accoglienza del migrante definendo progetti di inserimento lavorativo”.
In Liguria il sistema delle aziende liguri rappresenta come una garanzia contro il dilagare di fenomeni negativi.
“Sostengo e condivido la sinergia tra Enti, Associazioni, Reti Nazionali, Cooperative, Consorzi, Ong in cui la CIA sta lavorando a pieno ritmo – dichiara il Vice Presidente delle Regione Liguria con delega all’Agricoltura Alessandro Piana – sotto il segno del Rural Social Act, per il rafforzamento del lavoro agricolo di qualità, il contrasto al caporalato e per incentivare ancor di più le aziende virtuose, che fortunatamente rappresentano sul totale la grande maggioranza. Promuovere l’agricoltura sociale, di inclusione, tramite un approccio multifunzionale e multistakeholder è uno dei fari dell’impegno dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, da portare avanti come promozione della legalità, delle filiere etiche ed innovative, giovando al contempo allo sviluppo economico e sostenibile dell’intero territorio”.
Quanto sia importante una gestione corretta dell’inserimento dei lavoratori stranieri nell’agricoltura ligure, lo dicono i numeri: circa il 50% della manodopera è rappresentata sa persone immigrate.
“ Da una parte con i nostri Sportelli diamo informazioni alle persone provenienti da altri Paesi su quali sono i loro diritti nel mondo del lavoro – ha sottolineato Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria -. Dall’altra  monitoriamo costantemente che le nostre aziende siano aggiornate sulle regole da seguire nei diversi settori. In questo modo possiamo ridurre al minimo nella nostra regione i casi di inosservanza dei diritti fondamentali e garantire lo sviluppo di filiere etiche”. 



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