Grande successo della raccolta di firme a Genova per la petizione lanciata da Cia per cambiare la legge regionale e dare una soluzione definitiva al rimborso dei danni da cinghiali e altri selvatici.
Ma la “coda” di persone si è creata anche negli stand organizzati a Bordighera, Albenga e Varese Ligure. I tre presidenti provinciali erano presenti. Ecco la sintesi delle loro dichiarazioni che fotografa la situazione preoccupante in tutte le province liguri.
“ Le problematiche legate al proliferare dei cinghiali nella nostra provincia stanno assumendo contorni davvero preoccupanti – spiega Stefano Roggerone, presidente di Cia Imperia e vice presidente regionale -. Ci preoccupano i danni che subiscono le nostre aziende agricole, ma ci preoccupa molto anche l’aspetto della sicurezza dell’intero nostro territorio.
Ogni giorno abbiamo segnalazione della presenza dei cinghiali sia nei centri abitati più piccoli sia nelle città. CIA con questa iniziativa di raccolta firme non solo lancia un grido di allarme per la situazione che si è venuta a creare, ma indica anche alcune soluzioni al problema e soprattutto sottolinea l’esigenza di non lasciare soli gli agricoltori che subiscono danni alle loro infrastrutture ed alle loro produzioni”.
“ Nel 2018 abbiamo cominciato a segnalare il problema degli ungulati all'attenzione delle istituzioni – spiega Alessandro Ferrante, presidente di Cia Liguria di Levante -. Sono passati 3 anni e i danni per i quali viene richiesto l'indennizzo sono aumentati del 40%; quelli effettivi sono aumentati a dismisura. Ora basta! Vogliamo raccogliere i nostri prodotti! Vogliamo che si attuino azioni concrete. Vogliamo la sicurezza dei nostri clienti”.
“ Il mercatino delle cassette vuote non è un rischio, ma una realtà in molti comuni e territori della provincia di Savona – spiega Mirco Mastroianni, presidente di Cia Savona -. I danni provocati dai cinghiali e dagli altri animali selvatici hanno colpito tutte le coltivazioni: dagli aromi in vaso al fiorito, dagli alberi da frutto e i frutti agli ulivi, sino ai vigneti. La presenza di questi animali ormai nei centri abitati è il segno evidente che il fenomeno è fuori da ogni controllo e che le misure (poche e burocratiche) sinora messe in atto non sono state sufficienti e sempre meno lo saranno in futuro. Oramai non è solo una questione agricola, ma di Ordine e sanità pubblica. Proprio per tale motivo gli agricoltori non possono più sopportare i costi ed i danni economici senza i giusti indennizzi: i fondi si devono trovare da parte di chi legifera e vigila su tale materia”.
Una fotografia che Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria, ha sintetizzato nel suo intervento a Genova.
“ Nonostante le ripetute denunce non sono stati assunti provvedimenti adeguati – ha sottolineato Aldo Alberto -. C’è bisogno di rimborsi giusti e più tutela per il lavoro degli agricoltori. Si continuano ad affrontare la problematiche insistendo sulla gestione “venatoria” che si dimostra inadeguata ed insufficiente a governare il problema. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’attività venatoria non riesce a controllare il proliferare dei capi, con il risultato che cresce il numero dei danni che l’agricoltura subisce. Danni molto spesso riconosciuti con tempi e somme che riteniamo inaccettabili e che hanno allontanato molti danneggiati a presentare domanda di risarcimento”.