Per il Florovivaismo il costo della pandemia sale a 1,7 miliardi di danni. Un conto che avrebbe potuto essere anche più salato se non avesse tenuto l'export.
Così il Sole 24 ore di oggi, con un articolo a firma Micaela Cappellini, fa il punto sulla situazione del settore alla viglia di San Valentino che per le 27 mila imprese del settore rappresenta l'apertura della stagione 2021.
«Il calo del fatturato, per alcune aziende, ha raggiunto punte del 40% - racconta al Sole 24 Ore, Aldo Alberto, presidente dell'Associazione florovivaisti italiani, che da poco è entrato a far parte anche della commissione Fiori e Piante della Copa Cogeca, l'organismo che a livello europeo riunisce tutte le associazioni agricole del continente. Se le imprese non hanno chiuso i battenti, in un anno così, è stato solo grazie all'export».
In Europa, ricorda al Sole 24 Ore la Cia-Agricoltori italiani, il comparto floricolo nazionale è secondo solo a quello dell'Olanda. Rappresenta i15% di tutta la produzione agricola italiana e si estende su una superficie di 3omila ettari. Cinque regioni intercettano l'80% della produzione nazionale: Liguria (31%), la Campania (16%), la Toscana (13%), la Puglia (11%) e la Sicilia (10%).
Nei distretti più importanti, come quello di Imperia, il Sole 24 Ore racconta che in queste prime settimane del 2021 si registra un cauto ottimismo, con il calo degli ordini per San Valentino che è stato solo del 15% rispetto all'anno passato. «Tutti abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini della primavera scorsa, con i mazzi di fiori appena usciti dalle serre che andavano al macero - ricorda Aldo Alberto - temevamo che per il settore il Covid fosse un'ecatombe. Poi, dopo il primo lockdown, almeno le vendite delle piante e la cura di terrazzi e giardini sono ripartite, e siamo riusciti a contenere le perdite tra il io e il 30%, a seconda del sottosettore. In autunno, anche ciclamini e stelle di Natale sono andate abbastanza bene, quasi tutti i prodotti sono stati collocati, per quanto i coltivatori ne avessero piantati di meno rispetto alle quantità abituali. Ad oggi, il problema più grosso rimane quello dei fiori recisi, che risentono di più del crollo delle cerimonie».
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