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Esoscheletri passivi in olivicoltura, avviate le prime prove in campo


 Entra nel vivo il progetto di cooperazione SEOL (“Lo sviluppo degli esoscheletri passivi nello svolgimento delle principali operazioni colturali dell’olivicoltura ligure”), che ha come capofila il CIPAT (Centro Istruzione Professionale e Assistenza Tecnica della Confederazione Italiana Agricoltori) di Imperia e come partner l’Università di Genova, l’Azienda Agricola Valle Ostilia di San Bartolomeo al Mare e la Cooperativa Olivicoltori Sestresi scarl, e che viene realizzato nell’ambito della misura M16.02 del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Liguria (“Supporto per progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”).
Il progetto si propone di trasferire la tecnologia esoscheletrica dalle applicazioni industriali al settore agricolo svolgendo un approfondito studio del settore di contesto, con una riprogettazione appropriata per le specifiche dell’uso agricolo e i corrispondenti adattamenti. Nello specifico il progetto è basato sull’idea di studiare le attuali tecnologie esoscheletriche passive nell’ottica di realizzare un prototipo specifico per le necessità degli operatori olivicoli partendo dal supporto alle attività di abbacchiatura che presentano elevati regimi di affaticamento muscoloscheletrico dovuto alle posture necessarie allo svolgimento del lavoro.
Nei giorni scorsi sono state avviate le prime prove in campo, a San Bartolomeo al Mare (IM). Sono stati posizionati alcuni sensori sui lavoratori per individuare la risposta di ogni muscolo nell’esercizio dell’attività ed è stato provato un prototipo di esoscheletro per capire le sensazioni dirette degli operatori.



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