Come sarà la prossima edizione del Festival di Sanremo è ancora tutto da scoprire. Ma è certo che Sanremo, il Festival e la città, sono rappresentati da un elemento che è quasi più di un simbolo, un’icona avvolta all’evento e parte di esso: i fiori. Un comparto, assieme alle piante, anch’esso in grande stress.
La giornalista Sara Tagliente ricostruisce su
HuffPost Italia
perché Sanremo non è più Sanremo con il Covid. Ma come si può fare molto per rilanciare il settore florovivaistico ligure.
“Il nostro comparto si è fermato nel marzo 2020, proprio a cavallo delle stagioni che per le nostre aziende significano di più - a parlare è Aldo Alberto, presidente dell’associazione florovivaisti italiani - ovvero la primavera e l’estate. Ha sofferto la pianta in vaso ma anche il fiore reciso, perché sono state sospese le cerimonie private e i grandi eventi, che ci consentivano un buon giro di affari. Siamo riusciti a compensare con le esportazioni all’estero, in parte”.
I numeri in questo senso, sono piuttosto eloquenti: - 30% per il settore in Italia nel 2020, con una penalizzazione più significativa per il fiore reciso che tocca punte anche del 50% a seconda delle produzioni. In questo senso, il Festival di Sanremo è vissuto dai florovivaisti, non solo come la vetrina che ha sempre rappresentato. “Stavolta per noi il Festival - dice Alberto - è un’occasione di rilancio di questo prodotto del made in Italy, il fiore, duramente penalizzato nel 2020. Chiediamo che venga posta ancora più attenzione ai fiori del Festival: abbiamo forte bisogno, stavolta, che il mondo noti la loro bellezza e se ne innamori”.
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