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Locali e bar chiusi, il vino resta nelle botti e i pagamenti ai produttori vanno a rilento


Se la produzione orticola dei freschi ha retto bene la situazione emergenziale di quest'anno (soprattutto grazie alle consegne a domicilio), non si può dire la stessa cosa per il comparto vitivinicolo.
Ne ha parlato Alessandro Ferrante, presidente CIA Liguria di Levante, a "La Nazione", in un articolo firmato da Franco Antola.
 
"Il vino appena prodotto, senza lo sbocco dei locali è destinato a restare nelle botti, con la conseguenza che nel 2021 i produttori si ritroveranno pieni scorte". 
Una situazione, quella descritta da Ferrante, che rischia di peggiorare ulteriormente ora che la Liguria si trova in area arancione e i bar e i ristoranti hanno l'obbligo di stare chiusi.
 
Andrea Marcesini, presidente del Consorzio per la tutela dei vini Dop e Igp Colli di Luni Cinque Terre Colline di Levanto e Liguria di Levante, va ancora più nel dettaglio: "La grande paura per i produttori è legata alle difficoltà di vedere saldate le forniture, con la aziende della ristorazione in piena crisi a causa delle chiusure. I pagamenti stanno andando molto a rilento".

E nemmeno il periodo natalizio potrebbe aiutare: "I nostri vini – spiega Marcesini – hanno una connotazione prevalentemente estiva, e già in condizioni normali il mercato natalizio era piuttosto limitato, facile immaginare cosa potrà succedere se le chiusure dei locali andranno avanti". 



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