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La floricoltura ligure spera nella ripresa dell’export


 «Le aziende floricole liguri, dal lockdown a oggi, hanno rallentato moltissimo le loro produzioni: se nei primi sei mesi del 2021 il mercato, soprattutto europeo, riuscisse a riprendersi, penso che il settore potrebbe pian piano rialzare la testa. Ma se dovesse perdurare questa situazione, qui in Liguria rimarrà solo il deserto».
 Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria, in un’intervista a Liguria Business Journal. Spiega come le prospettive della floricoltura regionale – oltre 3 mila imprese in regione – non sono affatto rosee. E la ripresa del settore, che ad aprile contava danni per circa 200 milioni di euro, dipende soprattutto da come si comporteranno i Paesi europei.
«In Liguria una media del 70-80% della produzione è destinata all’estero – spiega Alberto alla giornalista Paola Pedemonte – Con i lockdown negli altri Paesi le nostre aziende hanno sofferto moltissimo: si sono quasi fermate le esportazioni verso la Francia, che con il 30% rappresenta la fetta principale del nostro export. Per non parlare del fatto che quasi tutte le nostre imprese hanno fatto ricorso al credito. E non potranno farlo ancora molte volte».
A mettere una piccola pezza sui conti economici delle imprese, le giornate dedicate ai defunti, ricorrenza tradizionalmente importante per la commercializzazione dei fiori: secondo Cia nazionale, si parla di acquisti per 7 milioni di italiani, in linea con gli anni passati. «Abbiamo riscontri a macchia di leopardo – commenta Alberto – Sulle piante in vaso, in particolare per i crisantemi, non è andata malissimo e abbiamo registrato una discreta vendita”.
 
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