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Inizia la vendemmia. Tra timori e vie di rilancio


Inizia la vendemmia della pandemia. Che potrebbe essere difficilissima. Non per il raccolto, che dovrebbe essere di qualità e quantità alte, ma per le incertezze, altissime, sul mercato.
 I nuovi timori arrivano dall'attesa ritorsione degli Stati Uniti contro l'imposta europea sulle grandi aziende digitali che potrebbe tradursi in una raffica di dazi contro i vini francesi, spagnoli e, questa volta, anche italiani.
 Sul Secolo XIX ( leggi sull’edizione di oggi l’articolo completo) Francesco Margiocco fa il punto della situazione anche con Mirco Mastroianni, presidente di Cia  Savona e titolare della Cascina Feipu dei Massaretti, dove produce pigato, rossese e granaccia.
 Mastroianni ha superato il pantano del lockdown e dei ristoranti chiusi grazie alle esportazioni. «Ho migliorato i miei rapporti con alcuni importatori americani. Il mercato italiano resta predominante, ma ho raddoppiato l'export specie in California».
 Per Andrea Marcesini, presidente del consorzio dei produttori di Colli di Luni, Cinque Terre e Colline di Levanto, ”c’è un ristagno per i vini delle Cinque Terre, con vendite calate del 30-40%. La via d'uscita ? Una migliore promozione”.
 Intanto in Liguria arriva la notizia che la Regione ha aperto il bando per i 91mila euro di fondi dell’Organizzazione comune dei mercati europei sul vino, dedicati alla campagna 2020/2021. Sarà possibile finanziare gli investimenti nelle cantine.
 Verranno accolte le domande riguardanti progetti di durata annuale, con una spesa minima di mille euro e una massima di 12mila 500, per una copertura del 40% dei costi. Un’attenzione particolare sarà data ai giovani agricoltori. 
 “ Si tratta di un intervento, suggerito da tempo  da parte delle Organizzazioni di Produttori, per favorire lo stoccaggio aziendale dell'invenduto – spiega Ivano Moscamora, direttore regionale di Cia -.  Arriva all’ultimo istante ma è sicuramente interessante .  Anche se il provvedimento più atteso a livello nazionale è l’utilizzo del prodotto dell' annata precedente per implementare le rese d'annata in corso che eviterebbe il declassamento del prodotto”.
 Proprio nell’articolo di Margiocco si ricorda che sono infatti 42 i milioni di ettolitri di vino dell'anno scorso ancora invenduti. Negli anni passati c'era un mercato in crescita, quest'anno è tutto fermo e quelle giacenze potrebbero durare a lungo.



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