Tra le aziende più colpite per il protrarsi delle misure restrittive necessarie al contenimento del contagio da coronavirus ci sono, naturalmente,
gli agriturismi, impossibilitati ad esercitare le attività di pernottamento e ristorazione che costituiscono la parte principale del loro fatturato. «Inutile nasconderlo, tra le nostre imprese serpeggia il pessimismo, essendo consapevoli che
le nostre saranno tra le ultime attività a poter riaprire ma che, nel frattempo,
molte potrebbero non avere più la liquidità sufficiente per sopravvivere», lamenta
Federica Crotti, presidente di
Turismo Verde Liguria.
«
Tanti colleghi, anzi, hanno già deciso che per il 2020 non riapriranno, a prescindere da quando terminerà effettivamente il lockdown - prosegue la rappresentante degli agriturismi aderenti a Cia Agricoltori Italiani -. Per molti, infatti, non avrebbe senso riaprire a fine estate, quando ormai l'alta stagione è alle spalle, senza contare che parecchie attività lavorano soprattutto con i turisti stranieri, che per ovvie ragioni sarà ben difficile poter tornare ad accogliere entro quest'anno».
«Alla luce di questo scenario - prosegue la presidente di Turismo Verde -
è necessario un intervento del governo specifico per gli agriturismi, per i quali, fin qui, non è stata pensata nessuna misura particolare: il bonus una tantum di 600 euro riguarda infatti la sola attività agricola, mentre sarebbe
fondamentale un intervento a sostegno del turismo interno,
magari tramite voucher che possano incentivare le famiglie italiane a passare qualche giorno nelle strutture ricettive del nostro paese: sarebbe una misura a vantaggio di tutti e non solo del comparto, perché la crisi colpirà in maniera trasversale e molti nostri concittadini, senza un aiuto di questo tipo, passata l'emergenza non saranno comunque nelle condizioni di concedersi neanche qualche giorno di vacanza».
Resta poi sul piatto la questione della
Tari: «
Non basta la sospensione decretata in questa situazione emergenziale: già da prima, infatti,
come Cia e Turismo Verde avevamo chiesto un intervento strutturale - ricorda Crotti -: un adeguamento della tariffa sui rifiuti
tale da tener conto della specificità dell'attività di agriturismo, soggetta a restrizioni e condizioni di esercizio uniche rispetto ad altre strutture ricettive, tra cui un limite nei giorni di apertura e nel numero di pasti o presenze complessive annue, che determinano una minore capacità contributiva. Ebbene, fino ad oggi solo due comuni in tutta la Liguria ci hanno ascoltato. Ci auguriamo che, se non altro, l'attuale emergenza serva a sensibilizzare anche altre amministrazioni rispetto alle nostre particolari necessità».
In attesa di interventi concreti a sostegno delle imprese, come si organizzano gli agriturismi che tengono duro e cercano di andare avanti? «Chi può, prova a cavarsela con la
vendita a domicilio di frutta e verdura e da, questo punto di vista, il portale
"I prodotti dal campo alla tavola" - attivato da Cia per la consegna porta a porta in tutto il territorio nazionale - sta dando ottimi risultati. Ma non tutti gli agriturismi producono ortaggi o possono convertire una parte del loro terreno a questo tipo di produzione.
Chi, poi, all'attività di agriturismo affiancava la produzione di olio, vino o miele, è davvero in grossa difficoltà: in particolare questi ultimi, dato che già il 2019 era stato un anno molto negativo per l'apicoltura. E così a molti colleghi non resta che approfittare di tutto questo inatteso, e indesiderato, tempo libero, per effettuare qualche corso di aggiornamento online, oppure per fare quei piccoli lavori di manutenzione della propria struttura che fino ad oggi avevano dovuto rimandare. Nella speranza che tali interventi possano poi essere giustificati dall'effettiva ripresa dell'attività».
«Altri ancora - aggiunge Crotti - stanno
consegnando a domicilio i piatti pronti che erano soliti servire in azienda, ma è chiaro che questa iniziativa, lungi dall'avere un effettivo ritorno economico, serva soprattutto a mantenere un contatto con i clienti. A questo proposito mi fa piacere citare anche la campagna
#IncontriamoCIAifornelli lanciata da Cia Agricoltori Italiani sul suo canale YouTube, che consiste nella pubblicazione delle
video-ricette degli Agrichef di tutta Italia. Anche questo è un modo per continuare a rimanere in contatto con i nostri ospiti, nella speranza di poter tornare al più presto ad aprire loro le porte delle nostre strutture».
Marco Gaviglio