Durante il Beer&Food Attraction di Rimini è stato siglato un accordo tra Unionbirrai e Cia Agricoltori Italiani per promuovere i veri birrifici agricoli.
"Per essere un vero birrificio agricolo devi autoprodurre il 51% delle materie prime che servono per la birra. - spiega Elisa Lavagnino, titolare del birrificio Taverna del Vara a Torza, nella provincia spezzina - Nella mia azienda agricola io ho seicento piante di luppolo, utilizzo il grano di Suvero e le castagne della Lunigiana. Le basi ci sono, lo scoglio più grande è la burocrazia italiana".
L’idea di Unionbirrai è lavorare affinché il birrificio agricolo non sia solo un mezzo per usufruire di un regime fiscale agevolato, ma una scelta consapevole di filiera da comunicare al consumatore. Per identificare i birrifici agricoli, potrà essere adattato il marchio “Indipendente Artigianale”, recentemente lanciato da Unionbirrai e presente ormai sui prodotti di 189 birrifici sparsi per l’Italia. Un modo semplice e immediato per assicurare al consumatore le caratteristiche di indipendenza del produttore e di artigianalità del prodotto.
Dall’agosto 2010 la produzione di birra è stata definita attività agricola connessa, il che comporta importanti benefici dal punto di vista fiscale, purché il birrificio dimostri di produrre almeno il 51% delle materie prime utilizzate. Ad oggi sono circa il 15% del totale i birrifici agricoli italiani.