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Fine 2019, tempo di bilanci. L'intervista al presidente CIA Liguria Aldo Alberto


Si conclude il 2019 ed è tempo di bilanci anche per la Confederazione Agricoltori Liguri. “Il 2019 è stato un anno di luci ed ombre: – riflette Aldo Alberto, presidente CIA Liguria – il florovivaismo, insieme alla olivicoltura, hanno sofferto le follie del clima che ha provocato gravi danni ai produttori olivicoli e qualche problema alla floricoltura da reciso.  Mentre le piante in vaso hanno pagato un mercato pessimo dovuto principalmente ad una primavera decisamente invernale. Le altre produzioni sono andate complessivamente benino con l’eccellenza della nostra viticoltura che sta continuando ad acquisire interessanti quote di mercato”.
 
Il 2019 è stato anche l’anno delle allerte meteo: “Purtroppo è un copione che si ripete – commenta Alberto – e situazioni che prima erano eccezionali ora stanno diventando normali, portando danni all’agricoltura e alla stabilità del nostro territorio. E’ necessario mettere in atto interventi preventivi che aiutino gli agricoltori con aziende situate vicino a corsi d’acqua o in luoghi franosi in modo da alleviare gli eventi catastrofici”.
 
Ci sono state anche difficoltà nell’attuare il PSR, strumento principale per l’agricoltura. “Le norme vengono stabilite a fronte di obiettivi che nulla hanno a che vedere con le necessità delle aziende, - spiega il presidente di CIA Liguria - e il risultato è disastroso. Bisogna cambiare metodo e mettere al centro le esigenze in fatto di investimenti degli imprenditori non di fantasiose strategie. Nel 2020 faremo proposte precise per evitare che la prossima programmazione perseveri negli errori chiedendo alla Regione un percorso condiviso”.
 
C’è spazio anche per parlare di che anno è stato il 2019 per CIA Liguria: “Bisognerebbe chiedere agli associati cosa ne pensano del lavoro che abbiamo svolto, - commenta Aldo Alberto - complessivamente si nota molto scoraggiamento, molta disillusione visto gli anni complessi e difficili che non accennano a cambiare. Siamo stati, credo, sul pezzo costruendo iniziative a sostegno delle aziende a volte con successo a volte no, ma bisogna avere chiaro che siamo un’organizzazione di rappresentanza, le decisioni poi spettano alle istituzioni non a noi, putroppo…
Personalmente ho trovato stimoli importanti nel “Paese che vogliamo”, un confronto sul territorio prezioso che sta facendo emergere le potenzialità e la voglia di fare di un pezzo di paese spesso dimenticato”.  
 
L’ultimo pensiero va al 2020: “non posso pensare che sarà un anno facile, - dice ancora Alberto - il contesto internazionale è difficile e pieno di incognite, viviamo un momento storico pieno di insicurezze che spesso sfociano in reazioni populistiche che nella migliore delle ipotesi lasciano il tempo che trovano. Dobbiamo pretendere un progetto condiviso dell’agricoltura nazionale e ligure, dobbiamo dare certezze alle aziende se vogliamo dare un futuro al settore e soprattutto dobbiamo puntare sui giovani, dare aiuto e certezze alle nuove generazioni è un compito che noi senior non possiamo mancare”.
 



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