Cia Liguria torna a chiedere, a gran voce, una riforma della legge nazionale 157 che disciplina la gestione della fauna selvatica nel nostro paese: «Non bastavano gli attacchi agli allevamenti e alle coltivazioni, che la nostra associazione va denunciando da tempo per i danni economici instotenibili causati alle imprese agricole. Adesso - commenta il presidente regionale Cia, Aldo Alberto - apprendiamo anche la drammatica notizia della morte di un pensionato di Rovegno, probabilmente ucciso in conseguenza delle ferite riportate dall'attacco di un cinghiale. La situazione è critica: serve un giro di vite contro il proliferare indiscriminato degli ungulati a cominciare, appunto, da una riforma della legge 157, che Cia ha richiesto già dallo scorso mese di maggio con una grande mobilitazione nazionale, trovando la sponda, tra gli altri, anche della Regione Liguria. Una posizione che abbiamo ribadito non più tardi di lunedì scorso, nella partecipatissima giornata di incontri e dibattiti organizzata a Sassello per il lancio del roadshow "Il Paese che Vogliamo" con il quale Cia porterà, in tutta Italia, le sue proposte per il rilancio delle nostre campagne, ivi comprese le misure necessarie a tenere sotto controllo la fauna».
«Siamo di fronte ad un problema rispetto al quale non è più possibile traccheggiare - aggiunge Ivano Moscamora, direttore di Cia Liguria -. Nell'attesa di una modifica alla 157, che continua a rappresentare un punto di arrivo irrinunciabile, serve però fin da subito un'azione decisa della Regione, nell'ambito naturalmente delle proprie competenze, finalizzata ad una drastica riduzione del numero degli ungulati».
Marco Gaviglio