Per CIA Agricoltori Italiani è fondamentale il ruolo dell’ agricoltura nella elaborazione e nell’attuazione del Piano Italiano di ripresa che sarà presentato all'Unione Europea entro aprile.
“Sono anni che lavoriamo e ci confrontiamo all’interno del settore e anche in sedi istituzionali, da quelle più periferiche a quelle centrali, per innescare un cambio di passo nell’approccio al tema della crescita. - dichiara Dino Scanavino, presidente nazionale CIA - Come sosteniamo dal 2019 attraverso il progetto Cia “Il Paese che Vogliamo” il futuro non solo delle aziende agricole ma del tessuto socio-economico in cui sono inserite passa per lo sviluppo del territorio. Quindi, al netto della crisi scaturita dalla pandemia, i cui effetti sono chiaramente rilevanti e assai determinanti, non si potrà parlare di crescita del settore senza avere declinato il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) a progetti di ammodernamento del territorio e di tutta Italia, che è per lo più fatta di aree interne e rurali.
Parlo di infrastrutture fisiche e digitali, ma anche di servizi alla persona, perché strettamente legati alle potenzialità del mondo agricolo di fare impresa”.
“A ciò – ha proseguito Scanavino - va affiancato un approccio diverso all’imprenditorialità. Fare sistema, lavorare sull’aggregazione di prodotti e processi oggi più che mai è cruciale alla tenuta e alla ripresa economica delle attività. La dimensione non attiene più al singolo, ma al contesto e alla filiera con responsabilità e riconoscimenti.
La garanzia di reddito per gli agricoltori resta una priorità e dà prova della validità della formula applicata".
"Del resto, - ha concluso Scanavino - come possiamo ragionare in ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica se non vengono condivisi e ridefiniti obiettivi e impegni. La singola azienda può davvero poco.
E’ il settore la rappresentanza che deve costruire nel dialogo con le istituzioni e le imprese, soluzioni più adeguate ai tempi che stiamo vivendo. La Confederazione Agricoltori non si sottrae al lavoro di squadra e ribadisce il ruolo da protagonista che l’agricoltura ha e dovrà avere nella transizione da qui ai prossimi 30 anni".