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Agriturismi, regolamento regionale migliorato grazie all'impegno di Cia Liguria. «Ma si poteva fare di più»


Recependo le sollecitazioni che Cia - Agricoltori Italiani Liguria e Turismo Verde Liguria aveano avanzato già da diversi mesi, la giunta regionale ha deliberato importanti aggiornamenti al regolamento che governa l'esercizio dell'attività agrituristica (vedere allegati in calce all'articolo).

Queste, nel dettaglio, le modifiche:
  • estensione a tutta la Regione della definizione di “Zona a prevalente interesse agrituristico” che, come conseguenza, determina:
    • una dimensione minima di ½ ULU dell’azienda agricola su tutto il territorio regionale per poter esercitare attività agrituristica;
    • un massimale di ospitalità e ristorazione uguale su tutto il territorio.
  • determinazione su base annua, fermi restando i limiti giornalieri, del rispetto del massimale dei pasti;
  • introduzione del limite di 150 “degustazioni” al giorno, regolando anche questa opportunità di ospitalità;
  • possibilità, per l'azienda, di fornire ospitalità in strutture mobili messe a disposizione degli ospiti (tende, caravan o altre) che vanno rimosse a fine stagione;
  • equiparazione della fattoria didattica all’agriturismo; rendendo chiara la definizione;
  • introduzione della definizione di degustazione e recepimento dell’esercizio delle attività di enoturismo e oleoturismo, recentemente riconosciute da norme nazionali;
  • chiarimenti normativi per l’attività di ospitalità delle aziende non dotate di fabbricato sul fondo nel limite di tre fabbricati, fermo restando il potenziale di ospitalità determinato sulla base delle giornate lavoro;
  • innalzamento dal 20 al 30% della quantità di prodotto di provenienza regionale.
«Ci è voluto il suo bel tempo, ma siamo arrivati in fondo - commenta Federica Crotti, presidente di Turismo Verde Liguria -. Da una parte siamo certamente soddisfatti per quella che è in effetti una bella rinfrescata al regolamento che, mantenendo inalterata e forte la caratteristica agricola dell'attività, consente ora di sfruttare al meglio tutte le possibilità di accoglienza. Dall'altra parte, tuttavia, siamo rammaricati per quella che rimane, in parte, un'occasione persa: si sarebbe infatti potuto fare meglio, determinando un salto di qualità nell'organizzazione dell'offerta e nel consolidamento del legame virtuoso fra attività di agriturismo e sistema produttivo agricolo del territorio».

Scendendo più nel dettaglio, sono due i bonus proposti da Cia e Turismo Verde che, se accolti, avrebbero premiato maggiormente gli agriturismi capaci di instaurare un forte legame con il territorio, come ricorda ancora Crotti: «Innanzitutto, un aumento del 10% della quantità di pasti somministrabili per le attività che si impegnino ad acquistare da aziende del territorio almeno il 40% del prodotto utilizzato per la preparazione dei pasti, favorendo in questo modo una “filiera virtuosa” che consentirebbe un legame ancora più forte con il territorio e un vantaggio per le imprese agricole fornitrici. In secondo luogo, l'estensione dei benefici sulla somministrazione e sull'ospitalità alle aziende che diano vita ad una "rete contratto", vale a dire una forma di gestione associati di servizi quali la prenotazione, la promozione e le attività culturali. Questa proposta, in effetti, è rimasta nell'articolato di legge agli articoli 8 e 9, ma solo sulla carta perché, all'atto pratico, non si aggiunge nulla a quello che le aziende già oggi possono fare».

«Le finalità da tutti condivise, e che in particolare Cia e Confagricoltura sostenevano, non hanno trovato applicazione a causa di una posizione incomprensibile di Coldiretti, favorevole invece ad semplice un aumento degli obblighi di reperimento della produzione in loco, senza alcuna forma di incentivazione o premialità - puntualizza Ivano Moscamora, direttore regionale Cia Agricoltori Italiani -. Una posizione davvero incomprensibile, che rischia di rendere più difficile la vita alle aziende, e sicuramente farà crescere i costi senza favorire processi virtuosi. A fronte di questa posizione, pur minoritaria, l'assessore Mai ha ritenuto di soprassedere, mancando di un pizzico di coraggio. Resta il fatto importante che, grazie in particolare al nostro lavoro, la norma è stata migliorata. Naturalmente esistono ulteriori margini, specie nella regolamentazione delle parti inerenti alla preparazione di conserve ed alimenti in cucina. Norme che necessitano di un accordo con la Sanità, e rispetto a cui l'assessore regionale si è impegnato a trovare una soluzione».

Marco Gaviglio

📎 ALLEGATI:



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