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Caro Bucci, sui lupi nessuna risposta. Il Secolo XIX rilancia la richiesta di Cia con le testimonianze drammatiche degli allevatori


 Caro Bucci, cari Alessandro e Alessio Piana
“lo scorso 27 marzo 2024 abbiamo avuto modo, nel corso di una specifica Audizione convocata dal Presidente del Consiglio Regionale, di rappresentare la progressiva crescita della presenza del lupo e delle conseguenti predazioni di animali allevati. In quella occasione furono assunti impegni a individuare forme opportune di contenimento della presenza e di intervento tanto sul fronte della prevenzione, quanto su quello relativo ai risarcimenti agli allevatori danneggiati. Ad oggi non si registrano azioni significative che tendano ad arginare il fenomeno, che risulta in crescita come testimoniato dai danni segnalati e dagli avvistamenti sempre più frequenti, anche aree periurbane.
Così Stefano Roggerone, presidente di Cia Agricoltori Liguria, in una lettera inviata in Regione anche a Baleari e presidenti gruppi consiliari ( scarica il documento allegato). 
In attesa di una risposta, il primo segnale di attenzione arriva dal secolo XIX che in un articolo di Silvia Pedemonte, con lancio in prima pagina, riporta i punti salienti della denuncia e delle richieste di Cia Liguria.
“ Intervenire ora significa “gestire” il problema – spiega Roggerone nella lettera -  garantendo certezza agli allevatori e una tutela attiva del predatore, situazioni non affrontate tempestivamente , rischiano di dare seguito a situazioni il cui governo rischia di divenire improponibile come , purtroppo, abbiamo già assistito per altre specie tutt’ora fonte di problematiche tanto per l’agricoltura , quanto per la stessa sicurezza delle persone”.
Per capire cosa sta realmente succedendo, il Secolo XIX riprende anche due testimonianze di aziende aderenti a Cia Liguria.
Tiziana Garbini, titolare dell’omonima azienda agricola situata a Berganassa, nel comune spezzino di Sesta Godano, afferma che “il lupo mi ha portato tanto dolore, più dei danni. Ogni giorno facciamo uscire le pecore, le capre e tutti gli altri animali solo se possiamo stare con loro. Lasciarli da soli nei prati, anche per periodi di tempo brevi, vuol dire non trovarli più tutti: il lupo attacca. Ad ogni predazione ho sempre fatto denuncia ma non è mai cambiato nulla”.
Nel genovesato, a Rossiglione, la situazione è molto simile, come racconta Lorenzo Pesce, alla guida della centenaria azienda di famiglia Cascina Battura: “Far uscire gli animali dalle stalle è un grande rischio, e ogni allevatore cerca di proteggere il suo bestiame. E’ necessario capire come si vuole gestire la fauna selvatica, perché oltre ai nostri animali i lupi si avvicinano alle case e possono uccidere anche gli animali domestici. Serve una soluzione, un concreto piano di contenimento”.
Leggi tutti gli articoli su lSecolo di oggi, lunedì 20 gennaio. 


file/documenti
Lettera alla Regione Liguria

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